giovedì 26 agosto 2010

Riceviamo e pubblichiamo. A testimonianza di quanto scritto nel post precedente...


Abbiamo appreso con un certo dispiacere ed un po’ di delusione la notizia che l’amministrazione comunale ha deciso di concedere l’utilizzazione dello stadio “Romeo Neri” anche alla squadra denominata “Real Rimini”.
Siamo semplici tifosi ed ignoriamo le ragioni alla base di tale scelta, e se essa sia stata dovuta ai regolamenti comunali, alle minacce di azioni legali o a semplici ragioni di opportunità, magari di fronte ad una campagna di stampa già aggressiva e che minacciava di diventarlo ancora di più, nella difesa di questi che da subito hanno cercato di accreditarsi come vittime del potere.
Quello che noi non ignoriamo, anzi vediamo molto chiaramente, è la differenza tra le due società, che in nessun modo possono e devono essere messe sullo stesso piano.
Da tifosi, non possiamo non vedere come il cosiddetto “Real Rimini”, che pure ostenta la maglia a scacchi biancorossi, non abbia dichiaratamente alcun rapporto né presente né futuro con la vecchia Rimini Calcio: storia e denominazione a costoro sembrano non importare nulla, mentre altrove, ovunque siano capitate situazioni del genere, a partire da Fiorentina e Napoli, la nuova società si è data da fare per recuperare prima possibile nome e trofei, ed assieme ad essi l’anima, per così dire, del vecchio club.
Non possiamo nemmeno non provare un po’ di fastidio ( e forse anche offenderci un po’) nel sentire i dirigenti di quella società affermare continuamente che con le vittorie verranno da loro anche i tifosi; come se essere tifoso consentisse questo, seguire chi vince ed abbandonare chi perde o vince meno.
Non abbiamo ancora capito poi la questione del titolo in affitto, chi sia il presidente del Real, chi sia il vero proprietario, che garanzie ci siano (ancora oggi, fine agosto, ad un passo dall’inizio della stagione ufficiale) che questa squadra, che ha appena ottenuto di giocare al Neri, esisterà ancora l’anno prossimo e non si sposterà a Morciano o a Bellaria o di nuovo a Riccione.
Ma soprattutto non possiamo non chiederci che cosa abbia a che fare con la città di Rimini questo ex-Riccione appena trasferitosi.
L’A.C. Rimini 1912 al contrario si è dotato di una rosa di giocatori attualmente costituita per metà di giocatori riminesi provenienti dal settore giovanile; ha acquistato dalla vecchia società il marchio e i materiali tecnici; ha riassunto i dipendenti rimasti senza lavoro; ma soprattutto ha rimesso in piedi un settore giovanile eccellente per la categoria tanto che è stato ammesso ai campionati delle società professionistiche, dotato di strutture e tecnici di grande qualità, fornendo in questo modo a decine e decine di famiglie riminesi la possibilità di far fare ai loro figli sport nel migliore dei modi. In sostanza, si è legittimato di fronte alla città ed ai tifosi, che lo hanno già scelto in larghissima maggioranza.
Che cosa può contrapporre a tutto questo il Real? Che cosa ha dato alla città , a parte delle brutte polemiche e delle uscite infelici, di cui avremmo fatto tutti a meno, ma che forse a loro servono per “esistere” di fronte ad una città che li avrebbe volentieri ignorati?
Per tutto questo, avremmo preferito vedere nel nostro stadio una sola società, l’A.C. Rimini 1912. Anzi, il nostro Rimini e basta.

un gruppo di fedelissimi biancorossi

Quanta acqua sporca già sotto i ponti...

Ci eravamo lasciati con un “staremo a vedere”...ci ritroviamo che ne abbiamo già viste troppe...botte da orbi prima di un’amichevole col Riccione, polizia e tifosi (???)...un derby scellerato con gestaccio ed occhio nero...il questore che invita ad abbassare i toni...il sindaco che dice che comprerà più abbonamenti, sì, ma di una sola squadra...Rimini, ma che vergogna stai mettendo in scena?

mercoledì 21 luglio 2010

AC Rimini e Real Rimini

Il Real Rimini di Pelliccioni sta per partire per il ritiro di Badia Tedalda. L’AC Rimini di Amati partirà invece per Villagrande il prossimo primo agosto. Dopo gli annunci, le conferenze stampa e le foto di rito, sono questi i prossimi passi della nuova avventura calcistica di Rimini. C’è entusiasmo per il pallone che non ha smesso di rotolare, ma ai due gruppi, alle due società, i tifosi della Est fanno sapere di essere schifati da come la squadra sia diventata terreno di battaglia elettorale...

mercoledì 7 luglio 2010

Bad Request (Invalid Hostname)

E’ proprio questo ciò che appare digitando riminicalcio.com...un avviso che conferma come di quel Rimini, quello che la serie A l’ha sfiorata, non è rimasto davvero più nulla, neppure un riferimento web. E mentre si tratta perché almeno il settore giovanile possa trovare adeguato proseguimento anche nella prossima stagione, sono tanti, quasi tutti i giorni, i volti che si stanno affacciando al Romeo Neri con la pretesa di diventare prima squadra della città di Rimini. Poi passano anche in Comune, parlano con chi di dovere, ci fanno due conti e pure loro tornano sui propri passi...

mercoledì 30 giugno 2010

IL COMMENTO

E’ il mondo, ad essere fatto così. A scale, diceva qualcuno; a volte le si scende, a volte le si sale. Dopo i successi, la retrocessione prima, fino alla delusione più amara, addirittura la sparizione dalla geografica del calcio di un certo valore. Se sarà serie D, non c’è proprio paragone...

E nel mondo del calcio, quanta gente poco seria viaggia a raso terra, cercando facile visibilità e magari una piccola ricchezza da sottrarre alle casse societarie.

Come è potuto accadere? Esattamente come accadde la discesa dalla serie B, un anno fa. Nel silenzio di molti. Nell’indifferenza di tanti. Ed il comunicato stampa emesso dalla Rimini Calcio, se non fa nomi e cognomi, evidenzia comunque il bassissimo livello di partecipazione (eufemismo) che nella vicenda hanno avuto istituzioni e tessuto imprenditoriale.

Credo che “patrimonio della città” sia una definizione da abbandonare, in via definitiva. Amaro constatarlo, ma la Rimini Calcio, per la città, non è un avvertita come un patrimonio. Lo dicono i fatti.

Ultima speranza: la salvezza del settore giovanile, delle cui indiscutibili qualità tante volte abbiamo avuto il piacere di occuparci.

Infine, la nostra opinione su ciò che più da vicino ci riguarda e ci coinvolge, ovvero il tema dei media e della comunicazione sportiva. La dirigenza biancorossa esprime quella che definisce una “piccola polemica” nei confronti di “quei media, pochi in verità, che con elementi strumentali, a volte fuorvianti e prevenuti hanno acceso e alimentato accese polemiche sterili e dannose, arrivando anche a infrangere la privacy e il rispetto personale, non volendo cogliere o fingendo di non cogliere la gravità della situazione e della successiva nostra drastica decisione”. Alla Rimini Calcio dobbiamo però far notare, rispettosamente e nel pieno rispetto dei ruoli e di un dialogo che da parte nostra è stato sempre di massimo rispetto, e continuerà ad esserlo anche quando ci occuperemo di questi colori in altra categoria, che quei media a volte la Rimini Calcio stessa ha concesso lei per prima spazio e visibilità, dandole così implicita autorizzazione a comportamenti che con l’etica del vero giornalismo non hanno proprio nulla a che vedere.

Tutta le redazione Teleromagna e Rimini Goool in particolare ringrazia la dirigenza della Rimini Calcio per l’ottimo rapporto di lavoro di questi 4 anni. Intensi, stimolanti, significativi nello sviluppo delle nostre professionalità. Un grazie particolare a Beppe Meluzzi, col quale i rapporti sono sempre stati i migliori possibili. Infine, un grande in bocca al lupo a giocatori, tecnici e collaboratori tutti, perché la loro avventura nel calcio possa proseguire con le migliori fortune.

IL RIMINI NON SI ISCRIVE AL PROSSIMO CAMPIONATO DI LEGAPRO

La Rimini Calcio F.C. ritiene opportuno comunicare alle istituzioni locali, alle autorità politiche, alla comunità economica ed imprenditoriale di Rimini e soprattutto ai suoi tifosi che non provvederà all'iscrizione della squadra al prossimo campionato della Prima Divisione di Lega Pro.
La decisione, maturata al termine dell'ennesimo e fallito tentativo di trovare una soluzione affidabile alla cessione delle quote della società, è accompagnata da un forte rammarico, ma anche dalla sincera e ferma consapevolezza che nulla è stato lasciato di intentato per evitare questa dolorosa conclusione.

Sono molti mesi che la proprietà, con grande responsabilità e con estrema flessibilità, ha battuto ogni possibile via ed ogni possibile opportunità nella ricerca di un acquirente. Sono state, a gran voce, chiamati a sostegno le autorità, le istituzioni e le personalità economiche ed imprenditoriali della città perché, insieme, si trovasse una soluzione che evitasse questa drammatica rinuncia.

Una richiesta di attenzione che purtroppo non solo è mancata ma, in alcuni momenti, è apparsa assai distratta per non dire latitante e presuntuosa. Eppure la disponibilità, sia in termini economici sia in termini di garanzie, manifestata dalla proprietà per cedere la Società è stata fino alla fine piena e totale e si è creduto fermamente avrebbe dovuto favorire se non completamente facilitare la conclusione positiva di una qualche trattativa, soprattutto con quegli imprenditori locali che certo ne avrebbero avuto condizione e risorse.

COCIF, proprietaria dell'intero pacchetto azionario della Rimini Calcio, ha sempre ribadito a chiunque ha incontrato direttamente o indirettamente in questa fase di trattative che la Rimini Calcio è una società solida, in perfetto e certificato equilibrio economico, libera da impegni o debiti, ribadendo con estrema chiarezza che la cessione delle quote sarebbe avvenuto al prezzo assai simbolico di 1 Euro. Oltre a ciò COCIF si era ed è ulteriormente impegnata a ripianare le perdite dell'attuale gestione, pagare eventuali sopravvenienze passive, fino alla disponibilità di concedere garanzie fideiussorie. Nonostante questo, nessuno degli interlocutori apparentemente interessati, ha avanzato una proposta concreta e affidabile che garantisse il pronto, immediato e regolare futuro alla prossima gestione.

Si conclude così questo lungo percorso che, per 16 anni, COCIF ha condiviso con la Rimini Calcio. Un percorso segnato da grandissimi successi e da cocenti delusioni, sentimenti che solo il calcio sa regalare. Sono stati anni di impegno, responsabilità ed entusiasmo. Anni ambiziosi. Anni di grandi passioni e di coinvolgenti emozioni. Anni in cui il successo imprenditoriale di COCIF, la passione di Vincenzo Bellavista e dei dirigenti della società, primo tra i tanti, Luca Benedettini, hanno consentito di destinare risorse ed energie ogni volta straordinarie. Ma anche anni difficili, vissuti senza il sostegno o la collaborazione di una città lontana che nelle sue parti istituzionali ed economiche è completamente e sempre mancata alle sue responsabilità.

Tanti i progetti, le iniziative e le numerose richieste che hanno trovato un muro ostativo, una forma di silente e malcelato boicottaggio. L'elenco sarebbe lungo e davvero deprimente. Ma dobbiamo qui ricordare la totale mancanza di volontà politica ed istituzionale di attrezzare e rinnovare le strutture tecniche per le attività sportive delle serie giovanili e minori. Il necessario e obbligato pellegrinaggio in strutture private e in impianti comunque inadeguati, fino alla migrazione in strutture comunali di altre città limitrofe. La ormai patetica quanto delirante querelle sul nuovo stadio. Un progetto che brandisce la famelica orgia dei desideri degli imprenditori locali e l'assoluta incapacità decisionale di un'amministrazione debole e litigiosa. Una fuga dalle responsabilità che ha sempre lasciato COCIF, Vincenzo Bellavista e i nuovi amministratori della società, a gestire da soli un "patrimonio della città" senza alcuna condivisione o per meglio dire senza alcuna collaborazione. Come non ricordare qui che la Campagna Abbonamenti Straordinaria riservata ai 1250 imprenditori alberghieri della città, lanciata all'inizio del Campionato 2009-2010, ha visto la sottoscrizione di un solo ed unico abbonamento per la fantomatica cifra di 1.000 euro !

Ai tifosi che certamente accoglieranno questa decisione con forte disappunto e con grande delusione, COCIF non può fare altro che assicurare loro che è stato fatto tutto il possibile. Che in ogni momento di questa delicata fase non è mai venuto meno il pensiero a loro e alla loro grande passione che in alcun modo si voleva tradire. Ci vorremmo da loro congedare con un grazie non solo per il sostegno e per la passione che hanno accompagnato ogni stagione e ogni partita di questo lungo percorso insieme, ma anche per le loro critiche, le loro accese, anche se qualche volta eccessive, polemiche. Stimolo e pressione che hanno aiutato a non abbassare la guardia ne la tensione. Molto probabilmente la loro delusione e forse le loro rivendicazioni non sapranno o non potranno cogliere fino in fondo le motivazioni che hanno costretto a questo abbandono. Lo sappiamo. E non nascondiamo la nostra preoccupazione. In fondo, i nostri tifosi sono gli unici che non hanno responsabilità né a loro può essere ascritta alcuna mancanza. E' vero hanno ultimamente disertato le tribune e le curve, anche in momenti particolarmente delicati o speciali. Si sono lasciati condizionare dalle polemiche strumentali e dalle fuorvianti notizie che apparivano sulla stampa. Ma con i tifosi il dialogo è sempre stato aperto e anche chiaro. Così come usava fare Vincenzo Bellavista e così come ha sempre fatto Luca Benedettini.

Ai media, ai giornalisti riserviamo loro un apprezzamento e una piccola polemica. Un apprezzamento per non aver mancato mai di dare risalto e ardore ai nostri tanti successi e alle nostre straordinarie performance. Al loro diritto di critica e alla loro professionalità nulla da eccepire. Nel rispetto dei ruoli e delle diverse finalità il dialogo speriamo sia stato sempre improntato nella reciproca stima e nella condivisa consapevolezza che il calcio è una emozione da vivere e da condividere.
Le linee della polemica invece le indirizziamo a quei media, pochi in verità, che con elementi strumentali, a volte fuorvianti e prevenuti hanno acceso e alimentato accese polemiche sterili e dannose, arrivando anche a infrangere la privacy e il rispetto personale, non volendo cogliere o fingendo di non cogliere la gravità della situazione e della successiva nostra drastica decisione.
Si conclude con rammarico questo lungo percorso. Una conclusione annunciata che però non risparmia la forte delusione per essere stati costretti a percorrerla. Ma ormai tutti sanno che la gestione del calcio è diventata sempre più complessa e onerosa basti pensare agli insostenibili costi di gestione che superano di gran lunga gli incassi. Al costo del mantenimento della nostra struttura, ai lauti stipendi dei calciatori, agli aumenti delle iscrizioni ai tornei e delle fidejussioni, tutto è diventato insostenibile a causa della profonda e grave crisi economica che stiamo attraversando e che richiede alle aziende un maggior e più radicale controllo dei bilanci e degli investimenti. E non vi è ragione alcuna che possa in questo momento congiunturale e di grave sofferenza economica giustificare il mantenimento di un impegno così oneroso e così "solitario".

La società Rimini Calcio è stato un patrimonio ed un immagine della città, fin qui salvaguardato con impegno e con orgoglio, ma oggi bisogna avere anche il coraggio di vedere la realtà come un insieme di difficoltà di cui a Rimini nessuno si vuol far carico e che COCIF non può più pensare di accollarsi da sola tutto questo.

A conclusione di questa nota, COCIF intende ringraziare i dirigenti e lo staff tecnico e amministrativo della Società. Per essersi, negli anni prodigati, con impegno, responsabilità ed entusiasmo a dare concretezza, serietà e reputazione al Rimini Calcio e al calcio a Rimini. Ai tecnici, agli allenatori, ai tanti calciatori, ai campioni e alle bellissime promesse, ai giovani del magnifico vivaio, che, in questi 16 anni, hanno vestito la maglia a scacchi biancorossa, onorandola con prestigio, sensibilità e ardore.

lunedì 21 giugno 2010

Contatto giusto?


Da Roma a Rimini, più un gruppo edile del sud Italia. La fase dei contatti, sempre più assidui, è terminata. Siamo alla trattativa vera e propria, quella in cui si parla di soldi. Ma la Cocif, trae beneficio a venderlo, il calcio, o a mantenerlo? O meglio: dove ci perde di meno? Chi compra, è serio? Perché compra, da Roma e ancor più giù? Non (solo) per amore del calcio, crediamo...Allora diciamo che si sta muovendo qualcosa, e che questa è la settimana utile perché parole e speranze si trasformino in realtà.

Non ne avevamo avuto ancora il tempo, quindi provvediamo ora: facciamo i complimenti a Daniele Manuelli, che 9 mesi fa, a precisa domanda (chi vince il campionato?) rispose Pescara. Al di là della variabile impazzita Portogruaro, così come abbiamo definito la squadra di Calori, il pronostico è azzeccato!